LA MIGRAZIONE DEGLI UCCELLI
E’ principalmente grazie al fenomeno della migrazione che l’inanellamento esiste e trae la sua massima utilità scientifica.
La migrazione degli uccelli è un fenomeno tanto misterioso quanto affascinante: il suo studio impegna l’uomo fin dall’antichità e ancora oggi è oggetto di studi approfonditi per i quali l’inanellamento è una delle fonti principali di dati. La ricattura di un uccello inanellato permette infatti di ricostruire la rotta seguita e i tempi di volo. E’ pertanto indispensabile che ogni inanellatore conosca bene i principi che stanno alla base della migrazione degli uccelli.
L’origine della migrazione si fa risalire fino all’era terziaria quando nacque l’alternarsi delle stagioni e quindi l’esigenza per gli uccelli di spostarsi alla ricerca di climi favorevoli per l’alimentazione e la riproduzione.
Durante l’anno gli uccelli compiono due cicli migratori:
In Europa circa 250 delle 400 specie nidificanti sono migratrici. Nel gergo degli inanellatori queste specie migratrici vengono divise in due categorie:
Migratori a corto o medio raggio: sono la maggior parte delle specie residenti nel nostro areale che compiono spostamenti stagionali all’interno dell’area paleartica (Europa e nord africa). Ne fanno parte ad esempio i fringillidi e i turdidi. Il loro flusso migratorio avviene in primavera e autunno.
Migratori a lungo raggio (o “transahariani”): sono le specie che svernano oltre il deserto del Sahara. La specie più nota è la rondine, ma ne fanno aprte ad esempio anche la Balia nera, il Luì grosso, il Beccafico, ecc. Queste specie trascorrono in Europa solo il tempo strettamente necessario alla nidificazione: arrivano in tarda primavera e già a metà estate ripartono per l’africa. In Italia sono oggetto di particolare interesse istituzionale dato che a loro è dedicato il progetto “Piccole isole” coordinato dall’Ispra.
Le principali rotte di migrazione sono nord/sud e nord-est/sud-ovest. In queste rotte l’arco delle Alpi rappresenta una barriera formidabile da superare. Anche se non mancano gli attraversamenti diretti attraverso valichi particolarmente favorevoli (soprattutto dalla Svizzera verso Piemonte e Lombardia), gli uccelli attraversano le Alpi prevalentemente con una rotta est-ovest: entrano pressapoco in Friuli, corrono parallelamente alle Alpi e all’imbocco della pianura Padana scendono verso la Liguria da cui proseguono in direzione Nord Africa o verso la Spagna direttamente a Sud lungo lo stivale o le isole maggiori. E’ nella loro corsa sotto l’arco alpino che gli uccelli affrontano anche i valichi delle Preapli Orobiche e tra cui quello particolarmente favorevole della Passata.
La migrazione degli uccelli è un fenomeno tanto misterioso quanto affascinante: il suo studio impegna l’uomo fin dall’antichità e ancora oggi è oggetto di studi approfonditi per i quali l’inanellamento è una delle fonti principali di dati. La ricattura di un uccello inanellato permette infatti di ricostruire la rotta seguita e i tempi di volo. E’ pertanto indispensabile che ogni inanellatore conosca bene i principi che stanno alla base della migrazione degli uccelli.
L’origine della migrazione si fa risalire fino all’era terziaria quando nacque l’alternarsi delle stagioni e quindi l’esigenza per gli uccelli di spostarsi alla ricerca di climi favorevoli per l’alimentazione e la riproduzione.
Durante l’anno gli uccelli compiono due cicli migratori:
- In estate/autunno la migrazione postnuziale di andata o di passo, che va dal sito di nidificazione a quello di svernamento
- In primavera la migrazione prenuziale di ritorno o di ripasso, che va dal sito di svernamento a quello di nidificazione.
In Europa circa 250 delle 400 specie nidificanti sono migratrici. Nel gergo degli inanellatori queste specie migratrici vengono divise in due categorie:
Migratori a corto o medio raggio: sono la maggior parte delle specie residenti nel nostro areale che compiono spostamenti stagionali all’interno dell’area paleartica (Europa e nord africa). Ne fanno parte ad esempio i fringillidi e i turdidi. Il loro flusso migratorio avviene in primavera e autunno.
Migratori a lungo raggio (o “transahariani”): sono le specie che svernano oltre il deserto del Sahara. La specie più nota è la rondine, ma ne fanno aprte ad esempio anche la Balia nera, il Luì grosso, il Beccafico, ecc. Queste specie trascorrono in Europa solo il tempo strettamente necessario alla nidificazione: arrivano in tarda primavera e già a metà estate ripartono per l’africa. In Italia sono oggetto di particolare interesse istituzionale dato che a loro è dedicato il progetto “Piccole isole” coordinato dall’Ispra.
Le principali rotte di migrazione sono nord/sud e nord-est/sud-ovest. In queste rotte l’arco delle Alpi rappresenta una barriera formidabile da superare. Anche se non mancano gli attraversamenti diretti attraverso valichi particolarmente favorevoli (soprattutto dalla Svizzera verso Piemonte e Lombardia), gli uccelli attraversano le Alpi prevalentemente con una rotta est-ovest: entrano pressapoco in Friuli, corrono parallelamente alle Alpi e all’imbocco della pianura Padana scendono verso la Liguria da cui proseguono in direzione Nord Africa o verso la Spagna direttamente a Sud lungo lo stivale o le isole maggiori. E’ nella loro corsa sotto l’arco alpino che gli uccelli affrontano anche i valichi delle Preapli Orobiche e tra cui quello particolarmente favorevole della Passata.